domenica 20 marzo 2011

On the beauty of fashion models

Yes and Yes is one of my favorite reads. However, a few weeks ago I read this post

yes and yes: What You See is Not What You Get (Or: Notes From a Photo Shoot)

and I'm sorry but I have to disagree. I have worked with fashion models in Milan, organizing photo shoots for an e-commerce website. And I have some news: models are stunning! And if you think about it, it makes sense: I suspect that's why they work as professional models and you and I don't ( but if you do, good for you).
It's true, the make up artist would spend a couple of hours on them, and there was a good amount of retouching on the pictures (even models can get a pimple, a bruise on their knee, or have asymmetrical hips) but the base of everything always had to be an exceptionally good looking lady. I have seen them before and after and I assure you they were gorgeous and head-turning even without the help of any artist.
Sure, they can have their own strengths and weaknesses: I remember a girl with big brown eyes and adorable freckles, that our photographer did not cast because we needed a bikini shot and her body was less than sculpted; the following month her face was all over the subway on a big campaign.
I can see the good intention in denying that models in magazines actually look better than the rest of us; it can help us accept ourselves and our flaws. But it would probably be more honest to just accept that some women are more beautiful than us. Some are going to be smarter than us, funnier, or, God forbid! even all of the above. So what? That's life. Let's face it and then move on.

martedì 15 marzo 2011

Drawing of the day



I sketch sometimes.

domenica 6 marzo 2011

Non è facile come sembra. Innanzitutto, per un blog di street style servono foto di gente sconosciuta incontrata per la strada: per ottenerle bisogna avvicinare lo sconosciuto/a e chiedere di posare per una foto. Il guaio è che mi vergogno troppo per fare tutto ciò. A parte che con la mia digitale da turista di agosto non sono credibile, vorranno pure sapere perchè voglio fare una foto. "è per un blog di street style?" "ah, davvero? e qual è l'indirizzo?" "bè veramente non è ancora partito.." Il succo è che per fermare la gente mi serve un blog avviato, ma per avviare un blog ho bisogno di gente. Non c'è via di scampo! A meno che.. ma sì, è un'idea geniale! comincerò con foto scattate di nascosto, così non devo chiedere il permesso! Poi nel frattempo le mie foto mi guadagneranno un'enorme popolarità e la gente farà la fila per mettersi in posa e spenderà due ore ogni mattina davanti allo specchio nell'eventualità di incontrarmi. E' un piano infallibile.

Alla prova pratica, però, i risultati lasciano molto a desiderare. Nell'ansia di non farmi vedere, tengo la macchinetta in mano mentre cammino con molta nonchalance e il flash spento. Ne viene fuori, tra foto dei miei piedi e delle grondaie, qualcosa del genere:


Devo risolvermi a cambiare strategia. Nel frattempo sono orgogliosa di mostrarvi due cappotti newyorkesi.
Il nero è un luogo comune di New York. Ora, comprarsi un cappotto nero da mettere tutto l'inverno a Lecce è un conto. Ma a New York la temperatura è sotto zero, nevica un giorno no e due sì, non di vede il sole per due mesi di fila e la neve si ammucchia ai lati della strada in una pila annerita di sporco. Se cominciamo anche a vestirci di nero, conviene già prendere appuntamento con lo psicologo.
Per fortuna molti si ribellano e passano al bianco:


o al giallo! con bottoni sul retro:

martedì 1 marzo 2011

I blogger semi-professionisti, con migliai di seguaci e iscritti a Google Reader, almeno una volta nella vita scrivono un post con le 10 regole per far diventare famoso il tuo blog (alla fine è quello che vogliono tutti). La prima regola in genere è "Scrivi un post tutti i giorni: non importa se è la serata pizzeria (nel mio caso, hamburger) o se in tv danno la finale di X Factor: i tuoi sacrifizi e la costanza faranno tornare nugoli di lettori tutti i giorni."

Ora, io già non ero assidua quando facevo finta di preparare l'esame di Scultura 2 e passavo interi pomeriggi da H&M con l'unica preoccupazione di comprare un vestito nuovo con meno di venti euro; ora che sono in un Paese nuovo, ho un lavoro impegnativo, un moroso con cui è bello uscire, corredato di amici che ho prontamente adottato come miei, è passato UN ANNO dal mio ultimo post.

Badate, non un anno speso inutilmente: ho infatti dedicato buona parte dei 6 isolati che faccio a piedi tutti i giorni a pensare al mio futuro blog. Il mio piano, perfezionato in un anno di attese al semaforo col croissant in mano, mi garantirà un radioso futuro di blogger professionista. Già mi vedo svegliarmi alle 10, brunch in un caffè di Park Slope pieno di giovani mamme affluenti ma evidentemente creative e intellettuali (addio, banchieri e avvocati con borsa di Hermes dell'Upper East Side!), possibilmente registe di documentari e front-woman di gruppi indie; mi vedo già lì a scrivere il mio post del giorno, abbigliata con un vestito a fiori regalatomi da uno dei tanti marchi che mi sponsorizzano per il solo merito di avere gusto impeccabile, come si vede dalle foto di elegantissimi passanti che pubblico quotidianamente sul mio blog.
E' un piano infallibile. Avrò un blog di street style, e sarà funzionale e ricercato. Basta con le direttrici di Vogue fotografate fuori dalle sfilate con due enormi ciliegie di gommapiuma al posto del cappello, o le orecchie di Topolino sul cerchietto. Abbasso i proprietari di boutique con il completo color evidenziatore Staedtler e la cravatta in lana di vetro. Il mio blog ritrarrà mise credibili che ti puoi mettere al lavoro, o almeno la domenica per andare a comprare le paste (e per carità compra due cannoncini in più e lascia stare quelle col liquore, che non piacciono a nessuno).
Alla conquista!